Riabilitazione post-traumatica

Ogni qualvolta il nostro organismo subisce un "aggressione" il nostro sistema corpo-mente inevitabilmente si "irrigidisce": la nostra "malleabilità" ci consente di "poter incassare" senza cadere ma ciò fa sì che ogni trauma lasci un'impronta, una cicatrice, un condizionamento fisico e psicologico, un irrigidimento per l'appunto. 

"La dimensione dell'impronta sarà direttamente proporzionale alla violenza dell'impatto".

In termini fisici le energie che entrano in ballo sono le seguenti:

  • EAggressione= energia aggressione
  • EDissipata= energia transitoria che coinvolge il sistema corporeo ma che poi ne esce sotto varie forme
  • ETraumaDistorsiva= energia potenziale che rimane intrappolata nell'organismo sotto forma di ponti actina-miosina e addensamenti del tessuto connettivo

Riassumendo:

 

EAggressione= Edissipata+ETraumaDistorsiva

 

In presenza di un'aggressione la risposta del nostro organismo risulta affidata al complesso apparato muscolare il quale, tramite le sue fibre toniche, istantaneamente opera un "congelamento" dei segmenti corporei più sollecitati utilizzando, in maniera proporzionale alla violenza del trauma, le catene muscolari posturali che in quel determinato momento sono meglio predisposte ad un intervento di difesa il più efficace ed ergonomico possibile.

A questa prima risposta attiva segue in poco tempo un intervento connettivale di addensamento al fine di sostituire il lavoro muscolare energeticamente dispendioso con uno di tipo passivo il cui effetto è un abbassamento del metabolismo basale e un miglior comfort.

A livello tessutale quindi l'ETraumaDistorsiva realizza una maggiore sovrapposizione actino-miosinica apprezzabile come contrattura e un rinforzo della tessitura connettivale percepibile come maggiore densità, come rallentamento fasciale e freddezza dei tessuti. 

L'energia dell'aggressione quindi in parte verrà dissipata sotto forma di energia cinetica e termica o energia di lesione (un tessuto che si lacera come un osso che si spezza è una forma di dispersione energetica= EDissipata) e in parte rimarrà intrappolata all'interno dell'organismo.

Per questo motivo nell'anamnesi l'osteopata punta ad individuare episodi pregressi di traumi intendendo per essi anche quelli che non hanno determinato lesioni strutturali ( e che per questo motivo i pazienti tendono ad omettere credendoli irrilevanti, o anche perché troppo lontani nel tempo).

Il sistema fasciale è dotato di una memoria infallibile, e non c'è assolutamente ombra di dubbio che essa sia in grado di registrare tutto quello che vive.

 

L'osteopata con le sue manipolazione interviene sull'energia potenziale accumulata nell'organismo e attraverso la sua dissipazione permette il sollievo da sintomi persistenti, il ripristino di un equilibrio corporeo ad un livello energetico più comodo e naturale.

L'approccio osteopatico prevede l'OSSERVAZIONE e l'ASCOLTO palpatorio che permettono al terapista di individuare le posizioni corporee e le spinte articolari attraverso le quali ottenere il rilassamento (fasciale e muscolare) conseguenza di due fenomeni principali, simultanei:

  1. la riorganizzazione connettivale ad un livello di densità inferiore;
  2. la disgregazione dei vecchi ponti actino-miosinici per formarne di nuovi ad un minor livello di sovrapposizione dei suoi filamenti.

La conferma dell'avvenuta realizzazione di questi fenomeni è rappresentata da un particolare atto respiratorio del paziente ( "sospiro di sollievo").

Un importante effetto di questa trasformazione è il riallineamento posturale.

Questo eccezionale fenomeno che Souchard chiama "fluage" è l'UNICO MODO per ottenere un reale allungamento delle fibre muscolari.

 

In questo modo l'osteopata è in grado di recuperare mobilità e forza per effetto di una maggiore ampiezza della zona H e della banda I e quindi del sarcomero della fibra muscolare.

E' per questo motivo che il lavoro osteopatico è in grado di ottenere spesso risultati esaltanti perché permette di recuperare le condizioni strutturali pre-trauma piuttosto che organizzare nuovi compensi su "distorsioni posturali" i cui svantaggi sono rappresentati da un maggiore dispendio energetico.